MARKETING MUSEALE - strategia marketing musei

Marketing Museale: Esempi di Strategie Marketing Museale

Indice Contenuto sulla Strategia Seo, Inbound Marketing e Not Provided

Marketing Museale – Strategie Marketing Museale

Per Farsi Trovare Online NON serve Creatività, ma un Piano di contenuti studiato a tavolino

Il sottotitolo puó sembrare provocatorio, ma descrive esattamente come noi pensiamo debba essere  eseguita la metodologia di un progetto online per il marketing museale e come costruire un piano di contenuti da distribuire attraverso il web per attrarre un numero maggiore di persone e di conseguenza aumentare il numero di vendite dei servizi collegati ai musei ed alle visite culturali.

MARKETING MUSEALE: PERCHÉ LA CREATIVITÀ È INSUFFICIENTE

E SERVE UN NUOVO PIANO DI POSIZIONAMENTO PER I MUSEI

Il Web non è un mezzo di comunicazione “push”, ma una struttura di reti connesse tra loro. Tra le tante reti connesse, esistono anche dei network (non canali) di comunicazione, ma il sistema di distribuzione di un contenuto attraverso i network interconnessi passa principalmente da 2 punti:

  1. Comunicati stampa tra agenzie media
  2. Ricerca da parte delle persone online

 

I comunicati stampa a mezzo web, sono gestiti attraverso le agenzie di pubbliche relazioni, oggi anche Digital Pr Agency, ma la forma, la struttura ed il modus operandi è sempre lo stesso di 50 anni fa. Non è il contenuto più creativo che passa per primo, ma la fonte più rilevante rispetto agli stakeholder di riferimento.

 

MARKETING PER I MUSEI: COME CONVINCERE PIÙ PERSONE A VISITARE I MUSEI

“MANIPOLANDO” LA RICERCA ONLINE E LA PIRAMIDE DI CONTROLLO ROVESCIATA

La ricerca da parte delle persone, capovolge la piramide di “controllo” dell’informazione.

Non sono più solo le agenzie media a dettare l’agenda setting, ma sono anche le persone che vanno a “cercare” (in maniera più o meno arbitraria) l’informazione attraverso i motori di ricerca online.

I motori di ricerca selezionano i contenuti che sono pubblicati online, quindi l’informazione, attraverso i siti web “accessibili” ai motori di ricerca.

I motori di ricerca non sono altro che delle macchine che devono utilizzare un criterio di “qualità” per stabilire quale sia il contenuto più “rilevante” rispetto ad “una rete complessa” di contenuti similari e fare in modo che ad una specifica ricerca corrisponda una lista di possibili fonti di informazione coerenti.

I motori di ricerca, quindi, non sono in grado di valutare la “creatività” di un contenuto, ma riescono a stabilire quale sia il contenuto che è più “pesante” (rilevante e coerente alla ricerca) rispetto agli altri.

Nel caso dei musei, oltre a ricerche specifiche e univoche che riguardano i singoli musei, cosa cercano le persone che viaggiano in un territorio?

Come sfruttare tutte le ricerche di informazioni correlate ai viaggi che possono generare “nuovi” visitatori nei musei?
Questo è il compito di chi, come noi, studia progetti a tavolino per spostare l’interesse dell’informazione attraverso modelli di comunicazione “user oriented”.

 

LA CREATIVITÀ “PROGRAMMATA” PER PORTARE LE PERSONE NEI MUSEI

Ma le persone non sono macchine, apprezzano la creatività! – direte giustamente voi, ed io lo confermo, ma siccome un contenuto creativo che viene distribuito online, per essere apprezzato deve prima essere trovato, sarete d’accordo con me che la creatività è successiva alla metodologia ed alla tecnica.

 

La creatività online NON sta nei contenuti, ma nella strategia per farsi trovare dalle persone.

 

Bisogna staccarsi dal concetto della “pubblicità” e della comunicazione mainstream ed avvicinarsi al modello di comunicazione relazionale.

Questa piccola precisazione è importante per comprendere meglio ciò che che leggerete di seguito, rispetto alla nostra partecipazione alla conferenza tenuta a Firenze su Museum Digital Transformation.

 

Museum Digital Trasformation: Perché abbiamo parlato di Tempo e di ROI di una strategia di marketing museale
Reportnotprovided analizza i micro dati (variabili algoritmiche) per misurare la forza di una rete di contenuti connessi tra loro.
Attraverso l’analisi dei micro dati riusciamo a sapere;

  1. Quali sono i siti web che attraggono maggiore attenzione per una determinata tematica;
  2. Attraverso quale strategia editoriale attraggono attenzione;
  3. Come strutturano la rete di contenuti interni ed esterni per farsi trovare nelle posizioni migliori degli altri;
  4. Come riescono a catturare più attenzione (lettori) di altri;
  5. Quali sono le tematiche correlate su cui vale la pena costruire informazione;
  6. Quanti soldi investono in azioni paid su Adwords;
  7. Quanto tempo è necessario per ottenere risultati misurabili;
  8. Quante risorse servono per raggiungere i vari obiettivi;

 

Di conseguenza riusciamo a costruire un piano marketing online, pianificare un piano editoriale costruito per generare una massa critica di persone da portare nei musei, preventivare il ROI dell’attività.

 

MARKETING MUSEALE: ESEMPI

Presupposto;

Se faccio una ricerca online ho un’intenzione, piú o meno forte, di compiere un’azione successiva.

L’insieme delle ricerche, similari per intenzione, determina quella che in un mercato si definisce “domanda” ed i motori di ricerca mostrando possibili risposte sotto forma di risultati di ricerca, mettono a disposizione le differenti “offerte” rispetto alla domanda.

È chiaro questo passaggio? Se no possiamo approfondirlo.

 

Se l’obiettivo di un progetto di marketing culturale, nello specifico marketing museale, è quello di generare, ad esempio, maggiore interesse verso il Duomo di Firenze, oltre tutte le ricerche online dirette per cercare informazioni sul  Duomo di Firenze;

 

Quali sono tutte le altre ricerche che possono generare introiti per il Museo del Duomo di Firenze?

 

(Sto fantasticando, quindi prendete ciò che scrivo solo come un esempio per spiegare meglio il ragionamento)

Da un briefing con i responsabili marketing e comunicazione del Museo del Duomo di Firenze, potremmo valutare che le persone che utilizzano “intenzioni di ricerca” su “Cosa Vedere a Firenze” sono anche persone in target con il pubblico che visita i Musei, perché si presuppone che siano persone che hanno intenzione di visitare Firenze e stanno cercando di pianificare un percorso di visite in città. Per cui vale la pena intercettare la loro attenzione e proporre anche a loro la visita al Museo del Duomo di Firenze.

 

MARKETING MUSEALE: COME FARE

DAL POSIZIONAMENTO SUI MOTORI DI RICERCA AL POSIZIONAMENTO COMMERCIALE SFRUTTANDO I MOTORI DI RICERCA

 

Intercettare la loro attenzione, quindi aumentare le probabilità di incrementare la vendita di biglietti per il Museo del Duomo di Firenze, significa far trovare i contenuti che parlano del Museo del Duomo di Firenze in correlazione a queste ricerche.
Una ricerca possibile per intercettare questo pubblico potrebbe essere: Cosa vedere a Firenze

Solo questa ricerca viene cercata 12.100 volte al mese;

Mentre “Firenze Cosa Vedere” fa altre 6.600 ricerche mensili

 

Adesso abbiamo un dato utile, sappiamo quante volte vengono cercati questi 2 termini in Italia, 18.700 volte al mese, e possiamo stabilire che;

 

Fermandoci a queste 2 singole ricerche (per non appesantire il ragionamento);

Possiamo individuare 2 siti web che primeggiano sugli altri: 10cose.it e visitflorence.com

Solamente i contenuti posizionati in relazione delle 2 ricerce, “Cosa vedere a Firenze” e “Firenze cosa vedere”, generano un pubblico di lettori;

 

  • 5.000 lettori circa al mese (10cose.it)
  • 3.000 lettori circa al mese (visitflorence.com)

 

A questa analisi blanda si aggiunge la nostra analisi particolareggiata che ci permette di avere informazioni piú rilevanti.

 

MARKETING REPORT: ANALISI DI REPORTNOTPROVIDED

La nostra metodologia di analisi consiste nell’esplorare questi 2 siti web, che riteniamo essere degli attrattori di pubblico, lo stesso che potenzialmente potrebbe comprare biglietti per il Museo del  Duomo di Firenze e stabilire in anticipo;

  1. Quali sono tutti gli altri termini di ricerca possibili che intercettano i 2 siti web presi in analisi (dati not provided);
  2. Quanto pubblico potenziale raggiungono;
  3. Quanto è necessario investire (in termini di struttura e contenuti) per riuscire a intercettare il loro pubblico di lettori;
  4. È sostenibile farlo (analisi del ROI)?
  5. Come è possibile comprendere, stiamo “manipolando” il modello di posizionamento commerciale tradizionale, per intercettare nuovi pubblici con l’intenzione di proporre loro la vista al Museo.

 

 

COME ANALIZZIAMO E FORNIAMO UN REPORT CHE DEFINISCE SE UN’ATTIVITÀ DI MARKETING ONLINE È EFFICIENTE O MENO

Lo facciamo sfruttando un sistema di ricerca che è fatto dalle persone, non usiamo canali di comunicazione, ma siamo in grado di analizzare i dati per sapere in anticipo dove conviene essere presenti e dove no.

La stessa tipologia di analisi ci permette di valutare quali siano realmente i siti web e/o i contenuti con cui è possibile stabilire delle partnership in affiliazione, creando “nuovi” modelli commerciali basati su una reale utilità e NON basati solo su “visite” dei siti web gonfiati da Analytics alterati dai Bot.

Tutte queste decisioni strategiche possiamo prenderle basandoci su dati obiettivi, anticipando gli investimenti e, dove necessario, decidere se cambiare investimenti per la strategia marketing.

 

LA PROVA DI COME FACCIAMO A SAPERE QUESTE COSE IN ANTICIPO

 

Oggi è giorno 6 Aprile 2017.

Questo articolo lo troverai a breve (circa 7 giorni) tra la prima e la seconda pagina dei risultati di Google cercando “Marketing Museale” e non semplicemente perché ho usato le parole chiave, sarebbe troppo facile,  ma perché abbiamo pesato la rete di contenuti delle pagine che oggi sono posizionate in relazione di questa ricerca.

Il nostro ROI è che con il costo di 2 ore per scrivere questo articolo riusciremo a raggiungere circa 50 lettori all’anno interessati a “Marketing Museale”.

Ovviamente questo è solo un esempio pratico di come sia possibile valutare tempi e costi di una strategia.
Il motivo per cui lo dichiaro prima è per dimostrarti che la nostra metodologia funziona e che possiamo applicarla per ottimizzare il posizionamento commerciale (diverso dall’attività seo) della tua struttura.

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FAI MARKETING AZIENDALE? ALLORA PUÒ INTERESSARTI QUESTO

 

Il testo che leggerai non vuole farti cambiare le tue idee sul marketing, ma ti darà visione di come il marketing attraverso la struttura web sia più stimolante grazie ai sistemi di misurazione, tracciabilità e calcolo previsionale dei risultati.

Il tuo marketing in azienda non è affatto sbagliato, ma quello che leggerai ti permetterà di confrontarti con chi come me giornalmente applica i modelli di marketing per la propria azienda fisica digitalizzata.

La sorpresa sarà che il marketing attraverso il web ti sembrerà più reale di quello che fino ad oggi hai letto, approfondito e/o cercato di comprendere e che, diciamoci la verità, non è affatto facile da controllare.

Se ti fa piacere, dopo la lettura sono disponibile ad un confronto sul testo per raccontarti un po’ meglio cosa faccio e perché ho deciso di digitalizzare la mia impresa.

 

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I nostri report marketing sono utili per gli uffici marketing che hanno necessità di conoscere i dati della concorrenza online.

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10 commenti
  1. milenam dice:

    Questo articolo sul marketing museale l’ho letto con molto interesse.

    In particolare trovo che per fare davvero marketing museale serve seguire una strategia di marketing in linea con quella che è la domanda, quindi la ricerca online, come scritto molto bene nel post.

    Ad oggi chi fa marketing museale lo fa seguendo modelli di comunicazione poco dinamici, mentre seguire dei trend online può facilitare la possibilità di intercettare una domanda latente e trasformare la ricerca di informazioni in aumento di accessi al museo.

    Questo significa fare marketing museale!

    Bravi
    #consiglioweb

    Rispondi
    • Davide Puzzo dice:

      Ciao Milena,

      Questa è solo una riflessione sul marketing turistico, ma il discorso può essere ampliato e ci piacerebbe farlo.

      Il post è in aggiornamento, se continuerai a seguirci ti segnaleremo ulteriori contenuti sul marketing museale

      Rispondi
  2. Stefano dice:

    Ciao,

    mi piace questo post che parla di marketing museale, io lavoro con le associazioni e le fondazioni culturali e sono d’accordo nel trovare “nuove” strade di promozione per attrarre un pubblico che fa parte di una domanda non diretta.

    Del post mi piace il concetto di marketing museale inteso come metodologia che precede la creatività.

    Rispondi
    • Daniele Vinci dice:

      Grazie Stefano,

      mi fa piacere ti sia piaciuto il post.

      Sì, parlare di marketing museale significa parlare di strategia marketing applicata agli obiettivi di un museo. nello specifico, uno degli obiettivi è incrementare le visite e per farlo serve individuare dove c’è la domanda anche indiretta.

      Per questo abbiamo parlato di metodo che precede la creatività.

      Rispondi
  3. Mariella dice:

    Mi sembra di capire che per fare marketing museale attraverso delle attività web serva definire prima quale siano le “domande” a cui rispondere.

    Quindi il marketing museale, così come interpretato da voi, è un modello “relazionale” che offre risposte a delle domande, cercando di convergere attenzione e quindi facilitare l’offerta di servizi.

    Dico bene?

    Rispondi
    • Daniele Vinci dice:

      Sì Mariella,

      il modello di marketing museale che descriviamo nel post è di tipo relazionale, ma basato su un sistema di analisi che servono per definire precisamente a quali domande valga la pena rispondere, definendo in anticipo costi, tempi e benefici dell’azione.

      Rispondi
  4. Sergio dice:

    L’articolo mi sembra corretto dal punto di vista logico, ma il marketing museale di fatto passa attraverso le relazioni pubbliche, la costruzione di senso attraverso percorsi di avvicinamento alla cultura, la valorizzazione delle Opere dal punto di vista storico. Insomma, ciò che voglio dire è che l’arte non dovrebbe essere commercializzata, e il marketing museale non dovrebbe puntare alla vendita, ma ad offrire un’esperienza.

    Che ne dite?

    Rispondi
    • Daniele Vinci dice:

      Ciao Sergio,

      condivido il tuo ragionamento. Quello che però noi abbiamo affrontato come argomento è la metodologia marketing e di conseguenza la abbiamo accostata ad un settore culturale come il museo. Certo parlare di marketing museale può sembrare una forzatura, ma la base del nostro ragionamento è che per offrire un servizio, in questo caso un’esperienza come bene dici tu, serve prima definire con un’analisi quali siano le risposte da dare ed a chi conviene darle, in termini di costruzione di contenuti.

      Fare questo con una metodologia, permette di risparmiare risorse ed agire in maniera più efficiente con una strategia di marketing, o marketing culturale che dir si voglia.

      Noi ci occupiamo di marketing online, in questo caso abbiamo trovato un modello di analisi e di strategia online che può favorire il posizionamento “semantico” (commerciale?) di un bene culturale come lo è un museo.

      Spero di aver spiegato meglio il ragionamento.

      Rispondi
      • Sergio dice:

        Grazie Daniele per la pronta risposta,

        sì, adesso è più chiaro e condivido la metodologia per ottimizzare le risorse, anche per chi deve applicare una strategia di marketing per un museo.

        Rispondi

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